QUESTIONE CALABRIA
Sono parecchi che si cimentano a voler descrivere i mali e le soluzioni necessarie alla rinascita di questa nostra sfortunata terra quasi, i mali e le soluzioni, non fossero conosciuti e saggiamente descritti da inascoltati "Illuminati" da secoli. Non mi soffermerò, in queste mie - criticabili- riflessioni, nelle ricette che tanti, prima e meglio di me, hanno descritto : da Guarasci a Mancini,da Tagliacarne a Zoppi , da Zitara a Franco Tassone - tra i personaggi più moderni -.
Nessuna iniziativa di Governo - nazionale o regionale -potrà avere mai successo se non si affronterà, subito e con la dovuta determinazione, la questione morale.
Dopo circa cinquant'anni di auspicato sviluppo tra convegni , dibattiti, studi, approfondimenti, relazioni, pubblicazioni, giornali, radio, televisione - tutti inutili - la realtà calabrese appare crudamente marcata da sempre peggiori fenomeni di atonia morale, devianza sociale,criminalità “ndranghetiste e .. non ! E' appena il caso di ricordare e rileggere le numerose denuncie fatte - e quasi inascoltate- da illuminati magistrati; l'estensione ormai dilagante delle pratiche di diversa natura mafiosa a tutte le attività economiche, dall'edilizia all'intermediazione finanziaria, al riciclaggio di danaro sporco, alla raffinazione e del commercio della droga, al lavoro nero e del caporalato, fanno della Calabria un "marchio" da esportare così come gli intrecci tra affari e politica.
Si tratta di fenomeni che, oltre alla loro diretta pericolosità sociale, contengono fattori enormi di regressione storica della nostra società: sia perchè influenzano e distorcono, quando non riescono ad asservirlo, quel poco di sviluppo in atto in diverse zone; sia perchè si diffondono ormai a macchia d'olio invadendo tutto il tessuto sociale di altre regioni. E' allarmante la facilità con cui la "ndrangheta" ha risalito lo "stivale" .
Sembra essere stato solo il PG della Corte Dei Conti Dr. Salvatore Nottola a non accorgersi dell'espansione e dell'incidenza della "ndrangheta" a Roma riuscendo, con il suo intervento agli studenti dell'Istituto Tecnico Giovanni XIII di Roma, ad affermare che la "mafia romana" è una combriccola di delinquenti di matrice a volte politica ed a volte semplicemente delinquenziale : Sicilia e Calabria sono un'altra cosa !
Non penso abbia fatto un " favore " alla Città di Roma !
Ecco perchè mi permetto indicare ,alla " nuova " Regione Calabria, l'esigenza di affermare nei fatti , come primaria scelta politica-amministrativa , il primato della sicurezza e della legalità come condizione indispensabile per ogni impresa di trasformazione sociale ed economica ; il primato della rettitudine come vero motore del progresso umano, culturale e civile della Calabria.
Del resto la QUESTIONE CALABRIA è sempre stata una questione morale ; e la spinta etico-sociale ha caratterizzato non solo la politica calabrese dalle appassionate denunce di tanti studiosi , ma anche quello più maturo e più recente della proposta politica dei Gullo, dei Mancini, dei Guarasci.
Oggi tocca ai singoli cittadini, alle loro associazioni ,e, fra questi ,alla " POLITICA ", non subire ma combattere a viso aperto la deviazione morale, specialmente quando assedia i centri di decisione economica,culturale, e politica, o quando aggredisce fino all'assassinio i tutori della legalità ed i protagonisti del rinnovamento.
Tocca ad una " NUOVA POLITICA " prendere da quì le mosse ( ne sarà in grado ? ) per attivare una nuova cultura più rigorosa ed avanzata ( sin'ora c'è stata ? ) capace di alimentare i processi evolutivi e di contrastare con successo le tendenze regressive ( come per il passato ).
La Calabria non ha più bisogno di " PROMESSE " ma ha bisogno di una apertura ai grandi problemi, di un approccio umile e severo alla complessità della SUA stessa vita, di una conoscenza che afferri i nodi reali, indichi la maniera di scioglierli ed alimenti iniziative adeguate. scarpinos@alice.it
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PROBLEMA CALABRIA